Il canto quinto dell’inferno della Divina commedia dantesca è dedicato al peccato di lussuria attraverso la narrazione dell’incontro di Dante con due anime che furono protagoniste di un fatto realmente accaduto: Francesca da Polenta, moglie del signore di Rimini Gianciotto Malatesta, amò e fu amata dal fratello di lui, Paolo Malatesta detto il Bello; vennero scoperti e furono entrambi fatti uccidere. Il tema di Paolo e Francesca venne ripreso innumerevoli volte nella storia della letteratura italiana e straniera e nel 1901 culminò nella tragedia di Gabriele D’Annunzio che ebbe sua degna interprete nella “divina” Eleonora Duse.
Considerato il capolavoro di Riccardo Zandonai, la tragedia lirica Francesca da Rimini nacque sulla scia dell’entusiasmo suscitato dalla recitazione di Eleonora Duse nella tragedia dannunziana ed ebbe una genesi laboriosa. Il testo venne adattato da Tito Ricordi con l’intervento dello stesso Poeta e venne composto in meno di 12 mesi per venir rappresentato la prima volta al Regio di Torino la sera del 9 febbraio 1914 e riscuotere un travolgente ed immediato successo.
Trieste accolse la Francesca da Rimini al Teatro Verdi per ben 10 volte tra il 1919 e il 1980 e l’opera fu sempre accompagnata da successo di critica e pubblico. Tra gli interpreti nei ruoli del titolo si distinsero Gilda dalla Rizza e Aureliano Pertile (stagione lirica 1936), Franca Somigli e Giovanni Voyer (1945), Mercedes Fortunati e Giacinto Prandelli (1950) e infine Raina Kabaivanska e Franco Tagliavini. (1980-81)