Seguendo le coordinate della geografia adriatica di Dante nella Commedia, ci ritroviamo nella Basilica di San Pietro in Roma. Infatti il poeta in un celebre passo del Paradiso paragona se stesso ad uno dei tanti pellegrini venuto “forse di Croazia” a venerare l’icona del volto di Cristo nell’anno 1300, durante il primo Giubileo.
[…] colui che forse di Croazia
viene a veder la Veronica nostra,
che per l’antica fame non sen sazia,
ma dice nel pensier, fin che si mostra:
‘Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace,
or fu sì fatta la sembianza vostra?’
[Par. XXXI 103-108 ]
Anche nella Vita Nuova Alighieri fa cenno all’«immagine benedetta la quale Iesu Cristo lasciò a noi per esempio della sua bellissima figura» [XL, 1.11 ].
Quella dantesca è la prima menzione letteraria in volgare del Velo, la cui presenza nella basilica vaticana è attestata dagli inizi dell’VIII secolo.
Secondo i Vangeli, la reliquia è un panno che reca impressa la vera immagine del volto di Gesù. A serbarla è una donna, chiamata Berenice nell’apocrifo Vangelo di Nicodemo (IV-V d.C.) e successivamente, in latino, Beronica o Veronica. L’icona, sempre secondo tradizione, viene portata a Roma su desiderio dell’imperatore – Tiberio o Vespasiano – che, colpito da un male incurabile, spera nel miracolo ed ordina che Gesù sia portato al suo cospetto. Quando il messo imperiale giunge a Gerusalemme, il re dei Giudei è già stato crocifisso. C’è però una donna che possiede un telo con l’immagine del suo volto. Il messo la conduce a Roma e l’icona prodigiosa guarisce l’imperatore.
Solo nel XII-XIII secolo l’episodio del Velo viene localizzato lungo la Via crucis, quando la pia Veronica avrebbe asciugato il volto di Gesù, ritrovandolo poi impresso sul panno, “vera icon” da cui la impersonificazione femminile della pia donna.
A restare invariati nella pittura sacra del XV secolo sono i tratti del volto effigiato nella reliquia custodita in San Pietro: viso allungato, capelli divisi a metà sul capo e discendenti lungo il viso, barba appuntita sul mento, occhi aperti.
Li ritroviamo, identici, nel Velo della Veronica dipinto a fresco da Vincenzo da Castua (1476) sull’architrave dell’ingresso alla chiesa di Santa Maria delle Lastre a Vermo – Sv. Marija na Škrilinah, Beram in Croazia. L’artefice della scuola pittorica istriana di fine Quattrocento che sposa i modelli della pittura tardo gotica internazionale, fedeli alle fonti iconografiche e letterarie, con la quotidianità popolare dipinge le fattezze del volto di Cristo su una comune tovaglia d’altare “alla perugina”, in lino bianco e decoro geometrico blu.