La presenza nella biblioteca del pittore triestino dell’Atlante dantesco dello scultore e disegnatore John Flaxman (York 1755-Londra 1826) non stupisce. Le illustrazioni dell’artista inglese, caratterizzate dal disegno a puri contorni, costituiscono un modello di riferimento che avrà grande diffusione in Europa.
L’opera è realizzata durante il soggiorno romano su commissione del banchiere, scrittore, filosofo e collezionista d’arte di origine olandese Thomas Hope (Amsterdam 1769-Londra 1831).
Flaxman descrive tra il 1792 e il 1793 le tre cantiche in 111 disegni, al prezzo di una ghinea ciascuno.
L’originale Divina Commedia sarà incisa da Tommaso Piroli (Roma 1752-1824) e stampata per un’edizione privata del banchiere ma diventerà un best seller, inizialmente riprodotto illegalmente e, dal 1807, autorizzato dall’autore.
I disegni sono caratterizzati da forme svuotate da ogni corporeità per lasciar spazio alla descrizione emotiva dei personaggi. Mentre l’Inferno è consacrato alla violenza, il Purgatorio e il Paradiso restituiscono un clima rarefatto, immateriale.
A partire dall’esplorazione e dalla diffusione del tema della Divina Commedia di artisti come Flaxman, il mito di Dante in veste di eroe nazionale ha un’ampia circolazione, soprattutto in fotografia. Le immagini poste in vendita in formati diversi divulgano il patrimonio artistico e naturale per favorire l’educazione degli italiani e promuovere la conoscenza dell’Italia. Non sono conservate in Fototeca cartoline tratte dall’opera dell’artista ma è presente quella tratta dal quadro di un altro pittore londinese. Si tratta di Dante incontra Beatrice al Ponte di Santa Trinità del pittore Henry Holiday (Londra 1839-1927): realizzato nel 1883, è oggi custodito alla Walker Art Gallery di Liverpool. Anche Holiday dipinge il quadro dopo un soggiorno fiorentino che gli consente di descrivere la città in modo accurato.
Tuttavia la cartolina in bianco e nero in nostro possesso è priva dei riferimenti all’opera o al suo autore ed è genericamente intitolata “Un saluto da Firenze”.
Ed è interessante notare che è ancora oggi una delle più vendute a Firenze.