“I tormenti immaginati dal divino poeta” nella produzione grafica di Giuseppe Lorenzo Gatteri

Disegni dai Canti VII, X, XXI e XXXI dell’Inferno.

Continuando ad esplorare la raccolta di disegni che il pittore Giuseppe Lorenzo Gatteri realizzò tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Sessanta del XIX secolo, in vista delle celebrazioni per il sesto centenario della nascita di Dante Alighieri, oggi vediamo un po’ più da vicino quali episodi e quali figure nell’ambito dei canti VII, X, XXI e XXXI il pittore triestino decise di interpretare, grazie al suo estro e alla sua fervida inventiva.

Vidi gente fangosa in quel pantano, / Ignude tutte, e con sembiante offeso. / Queste si perquotean non pur con mano, / ma con la testa, e col petto, e coi piedi, / Troncandosi co’ denti a brano a brano. / Lo buon maestro disse. Figlio, or vedi / l’anime di color, cui vinse l’ira […]”

Giuseppe Lorenzo Gatteri, Dante e Viriglio attraversano la palude dello Stige, 1847, matita di grafite, penna e inchiostro marrone, acquerello grigio su carta bianca, 210x338 mm, inv. 213/7, legato Matilde Weber Gatteri, Trieste 1904.

Come nelle articolate scene di battaglie o di episodi storici affollati, nelle quali il genio artistico di Gatteri aveva raggiunto, fin da ragazzo, esiti di notevole pregio, così nella scena tratta dal Canto VII dell’Inferno dantesco l’artista mette in campo la sua innata facilità compositiva e narrativa 

Giuseppe Lorenzo Gatteri, Eruzione del Vesuvio a Pompei, penna e inchiostro marrone, acquerello grigio su carta bianca, 241x301 mm, inv. 215/19, legato Matilde Weber Gatteri, 1904.
Giuseppe Lorenzo Gatteri, Elezione del primo Doge (anno 697), matita di grafite, penna e inchiostro marrone su carta bianca, 234x340 mm, inv. 2441/52, acquisto del museo, 1933.

La folla dei dannati descritti nel quinto cerchio infernale, gli iracondi e gli accidiosi immersi nel fango del fiume Stige, è raffigurata dal pittore con enfasi quasi caricaturale, un tono che traspare talvolta anche dalle terzine dantesche, alternato a quello decisamente più drammatico e inquietante.

Giuseppe Lorenzo Gatteri, Dante e Virgilio incontrano Farinata degli Uberti, 1847, inv. 213/8. INFERNO, CANTO X, matita di grafite, penna e inchiostro marrone, acquerello grigio su carta bianca, 221x338 mm, legato Matilde Weber Gatteri, Trieste 1904.

Volgiti! Che fai? Vedi là Farinata che s’è dritto”  riporta Gatteri sul verso del disegno acquerellato che interpreta il famoso episodio dell’incontro di Dante e Virgilio con Farinata degli Uberti, nel sesto cerchio (Canto X), in cui sono relegati gli eretici e, tra questi, gli epicurei o “negatori dell’immortalità dell’anima”. Tra questi spicca il grande capo ghibellino Farinata, nemico valoroso e rispettabile, politicamente contrapposto a Dante di parte guelfa. “[…] ed el s’ergea col petto e con la fronte / com’avesse l’inferno in gran dispitto.”

Dante e Virgilio nella V bolgia dell’VIII cerchio dei peccatori di frode, 1847-1850, inv. 213/9. INFERNO, CANTO XXI, matita di grafite, penna e inchiostro marrone, acquerello grigio su carta bianca,249x355 mm, legato Matilde Weber Gatteri, Trieste 1904.

Per il taglio compositivo e per la vibrante illuminazione dell’abisso infernale si rivela davvero imponente la raffigurazione di Gatteri della V bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno, “mirabilmente oscura”, dove sono puniti i barattieri, torturati e sbeffeggiati dai Malebranche, come Dante definisce i diavoli guardiani di tale bolgia.

Il gigante Anteo depone Dante e Virgilio sul fondo del pozzo del Cocito (recto); Dante e Virgilio in una landa desolata (verso) inv. 213/10, INFERNO, CANTO XXXI, matita di grafite, acquerello marrone-grigio su carta bianca, 339x252 mm, legato Matilde Weber Gatteri, Trieste 1904. - Verso

E che dire infine della magnifica resa minimalista e incredibilmente attuale dell’acquerello in cui Dante e Virgilio ci appaiono come ombre impalpabili, desolatamente sospese in un paesaggio surreale (FIG. 6 verso). Sul recto del disegno vediamo il gigante Anteo (FIG. 6 recto), affiancato dagli altri due giganti Fialte e Briareo, mentre depone Dante e Virgilio sul fondo gelato del lago Cocito, descritto nel XXXI Canto.

Il gigante Anteo depone Dante e Virgilio sul fondo del pozzo del Cocito (recto); Dante e Virgilio in una landa desolata (verso) inv. 213/10, INFERNO, CANTO XXXI, matita di grafite, acquerello marrone-grigio su carta bianca, 339x252 mm, legato Matilde Weber Gatteri, Trieste 1904. - Recto