Immagini tratte dai cassoni petrarcheschi e dalle Cinquecentine dantesche della Biblioteca Civica "Hortis"
Francesco Petrarca rivendica nelle sue lettere di voler essere un nuovo tipo di intellettuale rispetto a Dante. Sia Petrarca che Giovanni Boccaccio sono però profondamente colpiti dalle invenzioni compositive della Commedia. I Trionfi e l’Amorosa Visione, conclusa dal Certaldese nel 1342, hanno in comune con il Poema dantesco la trasfigurazione in simbologia dell’amore per la propria donna, il catalogo dei defunti eminenti del mito e della storia, l’escamotage compositivo della visione, il sogno ad occhi aperti dell’autore, che diviene spettatore.
Nei cassoni dei Trionfi del Museo petrarchesco piccolomineo, vediamo ritratte le vittime di Amore: gli eroi della tragedia ellenica, fra i quali Ercole travestitosi da donna per avvicinare Onfale, e Leandro, morto annegato per raggiungere l’amata Ero. Vi sono poi alcuni personaggi consacrati da Dante ad esistenza letteraria. Virgilio, ricordato nei Trionfi per gli amori pastorali cantati nelle Bucoliche e nelle Georgiche, è ritratto appeso ad una cesta dalla sua donna Fibille.
Petrarca introduce una coppia davanti al carro: potrebbe essere Dante che è chiamato ad aprire con Beatrice la schiera che procede per un verde prato pur d’amor volgarmente ragionando. Compaiono accanto a loro Cino da Pistoia e Selvaggia, Guittone d’Arezzo, Guido Guinizelli con Guido Cavalcanti, e i poeti provenzali (T. A. IV 28-60). Nella parte bassa delle due tavole Aristotele, carponi è sottoposto al dominio di Fillide. Gli è accanto Sansone, cui Dalila taglia i capelli.
Le Cinquecentine illustrate della Commedia, patrimonio della Biblioteca Civica “A. Hortis”, rappresentano attraverso le xilografie, i personaggi dei Canti danteschi, come Paolo e Francesca, i poeti del Limbo, Omero, Orazio e Ovidio. Gli stessi personaggi incedono nel pantheon Poetico di Petrarca nel Trionfo della Fama. Il terzo Trionfo conserva infatti memoria delle personalità esemplari, conquistatori, sovrani o uomini di pensiero: Virgilio sfila accanto a Omero (T. F. III 10-17):
… e quello ardente
vecchio a cui fur le Muse tanto amiche
ch’Argo e Micena e Troia se ne sente;
questo cantò gli errori e le fatiche
del figliuol di Laerte e d’una diva,
primo pintor delle memorie antiche.
A man a man con lui cantando giva
il Mantovan che di par seco giostra