La fama di Dante arriva in Giappone nell’era Meiji (1868-1912) quando le riforme imperiali aprono il paese all’Occidente.
Tra i primi ad avvicinarsi a Dante è lo psichiatra di fede cristiana Uchimura Kanzo, protagonista dal 1898 di affollate conferenze dantesche.
Tra il 1914 e il 1916 si data la prima traduzione nipponica dal testo originale, opera dell’italianista Yamakawa Heisaburo.
Ma fondamentale per la circolazione della Commedia in Giappone è il contributo di Mori Ōgai (1862-1922) al quale si deve il neologismo Shinkyoku con cui viene trasposto il titolo originale del poema. Traducendo il romanzo L’improvvisatore (1835) di Hans Christian Andersen – il cui protagonista rinviene a un certo punto una copia della Divina Commedia – Mori, per rendere il titolo, combina infatti due ideogrammi, “Dio” (shin) e “canto di gusto” (kyoku).
L’influenza di Dante nella cultura giapponese arriva fino ai manga con Kiyoshi Nagai, vero nome di Gō Nagai, noto al grande pubblico per essere il papà di Goldrake e Mazinga Z, personaggi con cui sono cresciute intere generazioni.
Gō Nagai è uno dei più grandi autori di fumetto e animazione giapponese. Nelle sue opere si rifà spesso al poema dantesco, adattandone atmosfere e personaggi in saghe come Mao Dante (1971) e Devilman (1972), il cui protagonista è dichiaratamente ispirato al Lucifero dantesco.
Nagai ha anche trasposto la Commedia in un’opera a fumetti, Dante Shinkyoku (1993-1994).
Per rendere accessibile il poema al pubblico orientale, ha adattato gli elementi culturali estranei alla cultura giapponese alle logiche narrative e iconografiche del manga. Si spiegano così la predilezione per la prima cantica ed il racconto visivamente violento dell’Inferno, la prevalenza del tratto orrorifico assieme a quello erotico, evidente nella rappresentazione plastica dei corpi, specie nelle apparizioni di Beatrice, eterea ma carica di sensualità.
Lo sforzo creativo del mangaka rivela due qualità del fumetto: la capacità di avvicinare e rendere immediatamente percepibili culture distanti e quella di mediare tradizioni figurative, come l’eredità dell’illustrazione dantesca di Gustave Doré (1861) a cui Gō Nagai si è ispirato per i suoi disegni.
In occasione dei 700 anni dalla morte di Alighieri, Romics Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games ed il Ministero della Cultura hanno organizzato tra marzo ed aprile 2021 una mostra virtuale dal titolo Dante attraverso l’immaginazione artistica di Gō Nagai in cui sono state esposte 30 tavole originale del mangaka provenienti dal Dynamic Production Archive.