Petrarca ringrazia Boccaccio del dono della Commedia: La lettera familiare XXI 15

Petrarca si sottrae al confronto con Dante. Nella primavera 1351 Boccaccio gli fa visita a Padova e gli rimprovera di non possedere la Commedia. 

Tornato a Firenze, Giovanni gliene invia una copia, ora conservata presso la Biblioteca Vaticana, il Codice vaticano latino 3199, accompagnandola con la sua epistola Italie iam certus honos. Boccaccio è stato il primo biografo di Dante, la cui vita è pubblicata per la prima volta all’inizio della Commedia, uscita dai torchi dei fratelli de Gregori a Venezia nel 1477Inoltre fu un commentatore appassionato della Commedia, che lesse pubblicamente nel Battistero di Firenze qualche tempo prima della propria scomparsa.

Giovanni Boccaccio da Uomini celebri dipinti a buon fresco dsa Andrea del Castagno nella villa già Pandolfini disegnati sul posto ed incisi all'acquaforte in nove tavole da Alessandro Chiari pittore. Firenze, Ferdinando Chiari dopo il 1865. Museo petrarchesco piccolomineio PETR. III 18a.
Dante Alighieri Qui comincia la vita e costumi dello excellente poeta vulgari Dante alighieri di firenze honore e gloria delidioma fiorentino. Scripto e composto per lo famosissimo homo missier giouani Bocchacio da certaldo ... ([Venezia] : De Spiera vendelin fu il stampatore, 1477) Biblioteca civica “Attilio Hortis” Inc. 4-12 inventario n. PRG 103495
Giovanni Boccaccio, Delle opere di m. Giovanni Boccacci cittadino fiorentino 5: Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri con le annotazioni di Anton Maria Salvini volume In Firenze [i.e. Napoli : Giovanni Massimo Porcelli], 1723-1724 Biblioteca civica “Attilio Hortis” Formato 2-4286/ 5 inventario n. PRG 109810/4

Nel 1359 Giovanni, dopo aver fatto visita a Francesco a Milano, torna a ribadire il valore della Divina Commedia. L’amico risponde alla sollecitazione con la Lettera Familiare XXI 15, in cui sottolinea il carattere inimitabile di Dante, ma rivendica di aver cercato un’altra strada per esprimersi Lamenta come l’autore della Commedia sia apprezzato dal volgo, che non ne coglie però la profondità. Ricorda di aver incontrato solo da bambino Dante e di come questi si diede tutto al progetto della Commedia, trascurando anche la propria famiglia per desiderio di fama. Alighieri è stato eccezionale nel suo genere di poesia, ma l’umanista rivendica orgogliosamente di voler essere un nuovo tipo di intellettuale. Inoltre dimostra di apprezzare Dante nella Commedia e nelle Rime in volgare, ma giudica che nelle opere latine il poeta non è stato sempre alla propria altezza. Risponde di non avere posseduto la Commedia per timore di essere influenzato dall’autore e diventarne un imitatore. Se si trovano parole o espressioni nella sua poesia che rimandano all’Alighieri, questo è accaduto per caso: cerca di cancellare le tracce della sua dipendenza dall’opera in volgare di Alighieri, ma implicitamente ammette che il suo Canzoniere ne è influenzato L’edizione delle Epistole familiares (Venezia, Giovanni e Gregorio de Gregori, 13 settembre 1492) è posseduta in due esemplari dal Museo petrarchesco piccolomineo