Immagini dalle edizioni e commento
La stampa della Commedia inizia a Foligno dove la prima edizione esce dai torchi di Johann Numeister da Magonza l’11 aprile 1472.
Cinque anni più tardi, nel 1477, a Venezia è impressa la più antica delle edizioni possedute dalla Biblioteca Civica “A. Hortis”. Il tipografo Wendelin da Spira la pubblica con un commento, dichiaratamente di Benvenuto Rambaldi da Imola, ma secondo gli studiosi di Jacopo della Lana. Il teologo ne fa un’esegesi ancorata all’autorità delle Sacre scritture e dei Padri della Chiesa. L’edizione è ricordata anche per essere la prima stampata con la Vita di Dante opera di Giovanni Boccaccio.
L’esemplare, acquistato nell’agosto 1879, contiene le note del primo possessore, Bartolomeo da Cividale il quale, dopo aver dichiarato che il libro è un bene di famiglia il 28 novembre 1529, postilla il testo con richiami ai canti, di cui sono numerate le terzine, e confronti con l’Orlando Furioso.
Una seconda edizione della Commedia commentata da Cristoforo Landino esce dai torchi di Ottaviano Scoto il 23 marzo 1484. L’edizione si connota per il commento di Landino (Firenze 1424–Pratovecchio 1498), umanista fiorentino che rilegge il poema in chiave allegorica secondo l’orientamento neoplatonico.
La prima edizione illustrata posseduta dalla “Hortis” è del 1491. È contraddistinta da vignette xilografiche, come quella in figura, in cui Dante è raffigurato in tre atteggiamenti mentre, in presenza di Virgilio, in vista della selva oscura, incontra la lupa, la lince e il leone che gli sbarrano il cammino..
Ma in cosa consiste la xilografia? E’ una tecnica che a partire da un disegno, lo trasporta su una tavoletta lignea mediante strumenti chiamati lancette o sgorbie, lasciando a rilievo i segni del disegno, mentre le parti restanti vengono asportate. Il disegno a rilievo viene inchiostrato e riprodotto mediante il passaggio sotto il torchio. Questo permette di riprodurre meccanicamente l’apparato iconografico su tutte le copie stampate, a differenza di quanto avviene nella miniatura, che illustra un solo esemplare.
L’incunabolo uscito dai torchi veneziani di Pietro Quarengi nel 1497 è arricchito da un dettagliato corredo iconografico relativo a ciascun canto. Nella xilografia tratta dal IV canto dell’Inferno Dante, accompagnato da Virgilio, scopre nel Limbo nella torre degli spiriti sapienti, Omero, Orazio, Ovidio e il poeta epico Lucano. L’esemplare proviene dalla Biblioteca dell’Arcadia Romano-Sonziaca di Trieste