Dante nella biblioteca di Pasquale Revoltella

Il commento di Niccolò Tommaseo

Non poteva mancare il busto di Dante Alighieri a coronare la biblioteca di Pasquale Revoltella, sita al piano terra del Museo. Il ritratto ligneo troneggia dall’alto degli imponenti armadi in noce, intagliati dallo scultore vicentino Giovanni Moscotto, ed è circondato dai busti di altri quattordici uomini illustri, tra cui Francesco Petrarca.
Giovanni Moscotto, Dante, Biblioteca Baronale 
La Commedia di Dante Allighieri col comento di N. Tommaseo, Venezia, Gondoliere, 1837, frontespizio (FR 12 D 001/1) 

Dai 1.800 volumi che compongono la biblioteca di Revoltella oggi vogliamo presentarvi la prima edizione del commento di Niccolò Tommaseo alla Divina Commedia, stampato nel dicembre 1837 a Venezia in 1.500 copie dalla Società del Gondoliere (luglio 1837-dicembre 1841). Il commento del Tommaseo, pur nella sua sobrietà editoriale, essendo privo di illustrazioni, costituisce un fondamentale punto di riferimento per la filologia dantesca dell’Ottocento. Ad esso Tommaseo si dedicò incessantemente, pubblicando in vita, nel 1854 e nel 1865, ben altre due edizioni ampliate.

Niccolò Tommaseo (Sebenico 1802 – Firenze 1874), si trovò, come Dante, nella condizione di esule e, proprio durante il suo primo esilio in Francia, pubblicò questo “Commento”. Tommaseo si era avvicinato fin da bambino alla Divina commedia, già a nove anni, quando al seminario di Spalato aveva letto l’episodio di Ugolino e poi per tutta la vita aveva continuato a studiare con ardore e pubblicare saggi dedicati al Sommo Poeta. 

La Commedia di Dante Allighieri col comento di N. Tommaseo, Venezia, Gondoliere, 1837, 3 volumi (FR 12 D 001/1-3) 
Il commento di Tommaseo alla Commedia si inscrive pienamente nella critica soggettiva individualista romantica, come è evidente nelle note introduttive a ciascuno dei cento canti, nelle quali vengono segnalati i punti che il critico reputa più “poetici” e le terzine degne di maggior attenzione.
La Commedia di Dante Allighieri col comento di N. Tommaseo, Venezia, Gondoliere, 1837, incipit del Canto I (FR 12 D 001/1) 

Tommaseo fu non solo scrittore, critico e filologo, ma anche fervente patriota. Nel 1848 fu incarcerato a Venezia dalle autorità austriache e liberato poco dopo a furor di popolo insieme a Daniele Manin, con cui diede vita, il 17 marzo 1848 ,all’effimera Repubblica di San Marco. Dopo la capitolazione della città, il 22 agosto del 1849, dovette imbarcarsi nuovamente per l’esilio, il suo secondo.

Marco Fontana,  Manin e Tommaseo liberati dal popolo nella gloriosa giornata del 17 marzo 1848, litografia, in Nuova epoca italiana, Venezia, M. Fontana, [1848-1849?] (FR 9 D 18)

Sulla scia di Dante, anche Tommaseo ha dato un fondamentale contributo alla lingua italiana attraverso il lavoro per cui è maggiormente noto, il Dizionario della lingua italiana, monumento all’Italia unita e alla sua lingua, edito a partire dalla prima dispensa del 1861 per concludersi postumo nel 1879.

Dizionario della lingua italiana nuovamente compilato dai signori Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini, Torino, Unione tipografico-editrice torinese, [1861-1879] (24 GEN. TOM. d 1)