Anche se nella circostanza dell’anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante, le conferenze in presenza o virtuali dedicate al Sommo Poeta abbondano, piace ricordare anche qualche rappresentante della nutrita schiera di conferenzieri triestini attraverso l’ampia documentazione visiva posseduta dalla Fototeca.
Alcuni sono particolarmente cari alle nostre raccolte, come Filippo Zamboni (Trieste 1826 – Vienna 1910), le cui collezioni costituiscono il nucleo del Civico Museo di Storia Patria e del Civico Museo del Risorgimento. Nato a Trieste dal legato pontificio Antonio, studia Giurisprudenza a Roma e, costretto all’esilio per aver fatto parte del Battaglione Universitario Romano nel 1848, si stabilisce a Vienna dove insegnerà all’Accademia di Commercio. Cultore degli studi danteschi al punto tale che Carducci lo definisce l’ultimo dei dantisti militanti del Risorgimento, Zamboni è fotografato nell’occasione dell’ultima lezione dedicata all’Inferno di Dante presso la Scuola di Commercio di Vienna, il 4 aprile 1892. Anche a Trieste affabula il pubblico con le sue conferenze: in quella del 23 aprile 1900 illustra ai fedeli della Società di Minerva il saggio Il Fonografo e le stelle e la visione del Paradiso di Dante che poi confluirà nel volume pubblicato dopo la sua morte Il Pandemonio.
Nel 1921, nell’occasione delle celebrazioni dei 600 anni dalla morte del poeta, il calendario delle conferenze è particolarmente ricco. Uno degli incontri di maggiore successo, come ricordato dal quotidiano Il Piccolo, sarà quello di Carlo de Marchesetti (Trieste 1850 – 1926), già Direttore del Museo di Storia Naturale e poi Direttore onorario e Prefetto del Civico Orto Botanico, che alla Società di Minerva affronta il tema Dante naturalista con anima squisita di poeta e profondo scienziato.
Il 14 settembre 1921, Carmela Timeus, sorella di Ruggero e Renato, tiene una conferenza a Portole sul culto di Dante nella Venezia Giulia. La data è rilevante perché ricorre l’anniversario di due morti: quella del Poeta e quella del fratello Ruggero che, arruolatosi nell’esercito italiano, cade sul Pal Piccolo nel 1915.
Nel 1923, Silvio Rutteri (Trieste 1895 – 1982), conservatore e poi direttore dei Civici Musei di Storia ed Arte dal 1921, espone il tema della tesi di laurea, Francesca da Rimini e i suoi poeti presso la Società di Minerva.
Ancora, come non ricordare la conferenza di Baccio Ziliotto (Trieste 1880 – 1961), preside del Liceo Dante Alighieri dal 1913 al 1938 che, nel 1948, espone il saggio Dante e la Venezia Giulia, sempre presso la Società di Minerva?
Il sintetico excursus delle conferenze divine triestine si conclude con lo scrittore e saggista Claudio Magris (Trieste 1939 -) che, in diverse occasioni anche virtuali, si è soffermato sulla figura di Dante. Adriano de Rota ha il merito di immortalarlo in una delle sue prime conferenze tenutasi presso il Liceo Dante Alighieri di Trieste il 21 febbraio 1957. Lo studente Claudio, in qualità di vincitore di un concorso scolastico, presenta il tema Genesi e sviluppo del mito asburgico. Nell’occasione delle celebrazioni dei 150 anni del liceo, Magris dirà che nel 1957 avrebbe dovuto vincere il suo antagonista Sodaro del liceo Petrarca ma, visto che il concorso era indetto dal liceo Dante, vinse lui.
Dante vince sempre…