Alma sdegnosa. Il busto di Luigi Minisini del 1865

Il 14 maggio 1865, con una solenne cerimonia, venne inaugurato il Busto di Dante dello scultore friulano Luigi Minisini, realizzato su commissione della Società di Minerva di Trieste con il contributo del Comune.
Luigi Minisini (San Daniele del Friuli, Udine 1816-Ronchi di Campanile [PD], 1901), Ritratto di Dante Alighieri, 1865; marmo, cm 87x70x50; dono della Società di Minerva, 26.02.1938; Trieste, Civico Museo Sartorio, Gipsoteca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. CMSA 793 (fotografia di Alessandra Relli)

L’evento si inserisce nella pletora di omaggi al Divino Poeta che si svolsero in occasione del sesto centenario della nascita in tutta Italia, non esclusi (o forse ancor più coinvolti) i territori ancora soggetti all’Austria.

«La sala era parata con una imponente semplicità ed era gremita nella galleria e al pianoterra di numerosi invitati. Un rialzo, preparato sul davanti della sala accoglieva i professori d’orchestra […]. All’estremità del rialzo sorgeva la tribuna dell’oratore ed il busto dell’Alighieri». La festa si aprì con una sinfonia d’occasione composta da Guido Cimoso, maestro della Cappella Civica, eseguita dall’orchestra del Teatro Comunale. A seguire il prof. Onorato Occioni lesse un eloquente discorso su “Dante unificatore dei mondi di Platone e di Aristotele, poeta dell’umanità”. A conclusione, si tenne la grande cantata musicata dal maestro Giuseppe Sinico, composta da un “Introito” ed “Offerta” del poeta Giovanni Tagliapietra e dal “Padre nostro” dal canto XI del Purgatorio.

La fotografia di Pietro Opiglia del 1909 ci tramanda l’epigrafe dantesca del busto – “Alma sdegnosa benedetta colei che in te s’incinse” – tratta dal Canto VIII dell’Inferno, quando Dante e Virgilio si trovano nella Palude Stigia: l’episodio ricorda un momento di legittimo sdegno da parte di Dante, cristallizzato nell’espressione irosamente corrucciata del busto e sottolineato dal volgere del capo e dello sguardo fuori dal campo visivo dello spettatore.
Pietro Opiglia, Busto di Dante della Società di Minerva, 1909; Trieste, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F69025
Nel 1865 Luigi Minisini scolpì tre busti di Dante: gli altri due erano per il Comune di Gorizia, oggi esposto nell’atrio dell’omonimo liceo del capoluogo isontino, e l’altro per il Comune di Udine, oggi ancora nella sua collocazione originaria nella sede della Biblioteca Civica “Vincenzo Joppi”. Essi rappresentano un vero atto di virtuosismo dello scultore che – lungi dal replicare tre volte lo stesso soggetto, pratica piuttosto usuale, visto che le opere sarebbero state collocate in luoghi che per l’epoca non erano considerati vicini – scelse di raffigurare il volto del poeta in tre stati d’animo diversi, identificati come caratteristici della sua figura morale: la fierezza, la passione e lo sdegno (a Trieste); la pietà, il dolore e la speranza (a Udine); l’austerità, la calma e la padronanza di sé (a Gorizia). Dal 2003 il busto è esposto nella Gipsoteca dei Civici Musei di Storia ed Arte presso il Civico Museo Sartorio. A seguito della donazione, avvenuta nel 1938, delle opere d’arte di proprietà della Società di Minerva ai musei civici, originariamente aveva trovato collocazione nel Civico Museo di Storia Patria, allora ospitato nella Villa Basevi, che sorgeva nell’attuale Giardino omonimo, tra via San Giacomo in Monte, via Paolo Veronese e il primo tratto di via Besenghi.
Trieste. Museo di Storia Patria di Villa Basevi. Il busto di Dante dopo il bombardamento del 10.9.1944; Trieste, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F028591
Durante la seconda Guerra Mondiale, il bombardamento aereo del 10 settembre 1944 – che aveva preso di mira il porto e le vicine strutture industriali – scosse l’edificio dalle fondamenta, lesionando soffitti e pareti e danneggiando le opere d’arte: si deve a questo episodio l’evidente scalfittura sulla guancia sinistra.
Una ragione in più per lo sdegno nello sguardo di Dante, che pare deprecare il dramma della guerra e lo scempio di una sede museale che, danneggiata, venne demolita nel 1961.
Particolare del Busto di Dante di Luigi Minisini; Trieste, Civico Museo Sartorio, Gipsoteca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. CMSA 793 (fotografia di Alessandra Relli)