Il pittore triestino Carlo Wostry (1865–1943), ben noto a chi è assiduo visitatore del Museo Revoltella, fu coinvolto nelle celebrazioni dantesche in due periodi diversi della sua carriera artistica.
Nel 1908 Wostry, dopo aver presentato alcune opere a Firenze all’Esposizione degli Artisti Italiani, soggiornò per un periodo in Cadore dove realizzò alcuni disegni di memoria dantesca.
In quello stesso anno incise l’acquaforte Le città irredente recano le lampade votive alla tomba di Dante, di cui esistono dieci esemplari, tra cui quello del Museo Revoltella e dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste
Vi sono rappresentate le vergini sagge che simboleggiano le cinque province irredente: Trieste, Trento, Gorizia, la Dalmazia e l’Istria; in basso a sinistra Wostry riporta il versetto evangelico “Prudentiae virgines aptate vestras lampadas vigilate itaque; quia nescite diem neque horam”.
Nel 1907 era stato istituito un Comitato pro Ampolla, che pubblicò un manifesto in cui si dichiarava che la Società Dantesca “interprete della grande anima di Firenze, accende alla tomba di Dante in Ravenna una lampada eterna…Trieste…s’accorda con la città sorella, e offre per le regioni nostre l’ampolla onde fluisca perpetuo alimento alla sacra fiamma” (“Il Palvese”, 24 novembre 1907).
Il Circolo Artistico di Trieste bandì tra gli artisti giuliani un concorso per la realizzazione di un’opera dedicata a Dante: l’ampolla della Società Dantesca era già compiuta, ma si attese che fosse pronta l’ampolla triestina per farle splendere assieme entrambe.
Nel 1908 Wostry, assieme ad altri artisti triestini tra cui Glauco Cambon e Giovanni Mayer, col fine di dichiarare l’italianità di Trieste, portarono a Ravenna l’ampolla per l’olio modellata da Giovanni Mayer e la sua acquaforte, che per l’eleganza dei soggetti e la morbidezza delle vesti in movimento ricorda lo stile prerafaellita e le linee sinuose del Liberty.
È del 1921, invece, il bozzetto firmato da Carlo Wostry [fig.2], che faceva parte del progetto di decorazione degli interni della Basilica di San Francesco a Ravenna. In quell’anno, in vista del sesto centenario della morte di Dante, il Ministero della Pubblica Istruzione aveva bandito un Concorso nazionale per la realizzazione della decorazione interna della chiesa di Ravenna con scene delle cantiche dantesche e dei funerali di Dante.
Carlo Wostry nel bozzetto dantesco rivela doti di narratore descrivendo con essenzialità raffinata l’episodio del funerale del sommo poeta.
Al concorso, che vide la partecipazione di diciotto artisti, Wostry ottenne il terzo posto; al secondo si qualificò Guido Cadorin (1892 – 1976) e al primo Adolfo De Carolis (1874 – 1928), ma l’opera rimase allo stato di progetto.
Le opere di Carlo Wostry a tema dantesco sono esposte al quinto piano del Museo.